Storie di carta

C’era una volta la carta. Prima dell’invasione del digitale, erano le pagine di libri e giornali a trasmettere storie e conoscenza. Prima del dilagare della plastica, il cibo s’incartava in fogli spessi, che scricchiolavano tra le dita. Oggi, la carta ha perso centralità nelle nostre vite: ormai potremmo quasi farne a meno, eppure – o forse proprio per questo – conserva una certa autorevolezza, e un’intrinseca bellezza. La carta resiste e rinasce in continuazione: ecco tre progetti artigianali che le regalano una seconda vita, trasformandola in qualcosa di nuovo e originale. 

I libri-scultura di CRIZU 

Chi ama i libri non si accontenta di leggerli: vuole toccarli, annusarli, sentirne il peso e l’odore che si sprigiona dalle pagine. Separarsene diventa impossibile, anche quando non servono più, come accade con dizionari ed enciclopedie. Anna Bonino, fondatrice di Crizu, fa rinascere i vecchi tomi trasformandoli in oggetti di design: piega le pagine a mano, una a una, fino a quando un volume obsoleto si trasforma in una meravigliosa scultura. La forma cambia, ma il libro rimane intatto: si può ancora leggere e sfogliare, oppure, semplicemente, ammirarne la metamorfosi in un oggetto d’arte e d’arredo. 

Anna ha ereditato questa passione dalla madre (chiamata Crisu, da cui il nome “Crizu”), e l’ha trasformata in un’impresa artigianale di successo, con commissioni da ogni parte del mondo. «Fondamentale è la scelta del libro giusto: deve avere molte pagine, carta resistente e rilegatura in brossura cucita», spiega. Si lavora lentamente e senza interruzioni, ripetendo ogni gesto migliaia di volte, ascoltando la carta modellarsi sotto le dita: il tatto è più importante dell’occhio. «Usiamo soltanto testi che abbiano perso la loro funzione, come vecchi manuali di medicina, codici giuridici, enciclopedie. Mai i romanzi», assicura. «I libri più speciali, per me, sono quelli antichi e molto grandi, che danno vita a pezzi unici. È il volume stesso a “decidere” la sua forma, il suo destino». 

Le architetture visive di Artemia  

Scolpire la carta come fosse pietra: è questa l’idea di Tommaso Gentile e Laura Doro, dello studio Artemia – specializzato in comunicazione visiva e branding : «Volevamo disegnare un racconto fatto di carta, traghettando l’osservatore in un mondo di tipografia, storia e atmosfere», spiegano i creativi. Così sono nati i progetti Perpetuo! e Nanetto, omaggio a un materiale che è al tempo stesso fondamenta, essenza e storia del design della comunicazione.

Perpetuo! è un calendario senza inizio né fine: i suoi creatori lo definiscono un «narratore silenzioso di quel fantastico percorso che è la vita», pensato per ingiallirsi, macchiarsi e modificarsi con il tempo che passa. Nanetto è una collezione di veri e propri complementi d’arredo fatti di carta: sei architetture visive racchiuse in un blocco libro in carta Fedrigoni. Appendendoli alle pareti, sulla superficie si creano giochi visivi di luci e ombre sempre diversi e sorprendenti. Sono oggetti realizzati a mano, con pazienza e attenzione, che ci ricordano ogni giorno la bellezza della carta.  

Le carte alimentari di Edizioni Precarie

C’è la bigia e la pelleaglio, la sfoglia e la fioretto: se questi nomi non vi dicono nulla, fatevi un giro nei mercati di Palermo. Non concentratevi, però, sul cibo, ma su ciò che lo avvolge: scoprirete un universo ricco e variegato di carte alimentari – una diversa dall’altra per storia e funzione, materiali e colori – usate per incartare alimenti deliziosi. Carmela Dacchille, architetto pugliese, ha deciso di salvarle dall’oblio e dai “tempi che cambiano”, trasformandole in una serie di taccuini, quaderni, cartoline e carte da lettera rilegati a mano. Servono a conservare “pensieri, immagini, progetti, idee che vanno mantenute fresche”, dice. Così nel 2013 ha fondato Edizioni Precarie, un progetto artigianale sofisticato, che racconta  l’amore per la sua città d’adozione e la volontà di mantenere vivo il patrimonio dei mercati storici di Palermo, realtà culturali e commerciali precarie, in trasformazione. Al suo fianco ci sono Giulia Basile, Alessandra Figuccia e Rossella Palazzolo: potete trovarle nello Spazio Precario (in via Alessandro Paternostro 75), che espone anche altri progetti di design, grafica e arte e ospita laboratori condotti da artisti e artigiani. 

Ultimi articoli

A Natale, #RegalaUnaParola

Pourparler, a series of dialogues

Storie di carta